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Lungo la strada della sostenibilità, mi ritrovai in Serie A

Secondo e finale appuntamento con questa mia raccolta di riflessioni e aneddoti personali tratti da tante stagioni giocate in HT. L'esperienza di un percorso misurato, lento, ma comunque di discreto successo "sportivo".

Nell'articolo racconto con maggiore dettaglio come ho coltivato la mia squadra, puntando al successo, tramite la ricerca del giusto compromesso tra un organico competitivo ed economicamente poco impegnativo, tra numeri (un po' noiosi ma dovuti) e spunti personali sulla prospettiva di vittoria, senza dimenticare l'esperienza di gruppo, che sia in preparazione di una partita o davanti ad una birra in un pub.

Prima parte: (17572)



III - Un progetto sostenibile, flessibile e competitivo

Come già detto, quel che mi ha agganciato a questo gioco è stata la convinzione che potesse essere un gioco sostenibile, per cui non dovessi necessariamente collegarmi ad un'ora precisa per poter ottenere risultati, ma certo collegarmi al giovedì notte, al sabato alle 12 o al martedì alle 19 divenne presto una piacevole abitudine.

In ogni modo, sfruttando le mie conoscenze di TS e tattica, arrivato senza grossi problemi fino in VI mi scontrai con un nuovo livello di difficoltà e capii subito che con quella squadra non sarei mai potuto salire oltre.

Cominciai a fare un po' di calcoli, quanti soldi potevo spendere, chi potevo vendere, quanti erano gli incassi e gli sponsor una volta arrivati in V, IV ed in III, per capire quanto di più avrei potuto spingere il monte stipendi.

Ne dedussi che avrei potuto progettare una squadra che fosse in ogni caso sostenibile (senza dover ricorrere al trading per mantenere le spese settimanali) che nel frattempo non retrocedesse e continuasse a lottare ogni stagione per un traguardo, perché senza traguardi stagionali da perseguire "sul campo" non mi sarei divertito.

Come fare per mantenere la sostenibilità della squadra, salire dalla VI per puntare almeno a poter arrivare in una IV e giocarmela al vertice? Prima di tutto cominciai a smontare alcuni pezzi del mio centrocampo, costruito tra la VIII e la VII, per far cassa; ma non tutti, infatti volevo salvarmi. Cosa comprare però per puntare un giorno le alte sfere, non ritrovarsi con stipendi troppo alti e allo stesso tempo salvarsi nell'immediato?

Pensai che per poter raggiungere traguardi con uno stile di gioco che non comprendesse le ricchezze dei trader avrei dovuto essere intransigente su qualsiasi altro particolare limitatamente ai soldi che avevo. Trovai alcuni punti imprescindibili per provare la mia triplice impresa. I giocatori dovevano avere tutti specialità, essere multiskill per contribuire negli altri ruoli dove non avrei avuto dei mostri, dovevano avere un buon carattere, non troppo aggressivo in modo da non mollarmi poi sul più bello in futuro con una squalifica, infine dovevano essere tutti italiani per evitare quel 20% di salario in più che, guardando gli stipendi in prospettiva, proprio non ci poteva stare.

Altro problema di una crescita da allenamento era l'avere 4 diciassettenni che sarebbero divenuti poi 4 ventiseienni con uno stipendio molto alto. A quel punto, anche facendo 2 conti con il budget di partenza, scelsi di "smussare" i 4 centrocampisti, di prenderne 2 fenomenali di 17 anni (di cui uno in ottica trequartista "vecchio stile" ovvero prima della modifica al gioco) e 2 equivalenti, ma di 1 anno più vecchi, che sarebbero cresciuti comunque bene anche se un po' più lentamente, ma soprattutto sarebbero arrivati una stagione prima alle riduzioni di stipendio. In realtà il punto cruciale era allenare passaggi non appena il tetto fosse divenuto un po' troppo alto, per frenare gli stipendi e migliorare anche le valutazioni di attacco. Con quella prospettiva ero al limite con una rimessa contenuta, sperando di fare anche un po' di incassi di coppa e qualche buon giovane promosso da mettere sul mercato.

Mi venne in aiuto quel giovane fenomeno che stava per arrivare in prima squadra, tale Luca "Il Brutto" Branchitta, quasi 8 in regia, 6 alto in passaggi, 5 in difesa, specialità colpo di testa: sarebbe passato in prima squadra esattamente a 17 anni. Quindi colsi il momento per far coincidere la mia rifondazione proprio con la sua promozione. Il Brutto giocò da subito titolare in campionato, affiancato da due centrocampisti più maturi, sul 13 mi sembra; avevo infatti pensato che in questo modo avrei potuto mantenere un livello di centrocampo sufficiente a raggiungere la salvezza e avrei cominciato subito a creare un fenomeno che non mancasse nemmeno in esperienza.

Affiancai ai 4 centrocampisti 2 difensori con primaria ragionevole, da allenare in regia nelle amichevoli e naturalmente un paio di ali che avevano già regia, da arrotondate con il mezzo allenamento e, in caso di infortuni di allenandi, si sarebbero prese anche quello pieno.

La resistenza, relativamente bassa per molte stagioni, era intorno all'11% (perché volevo anche i risultati come dicevamo). I giocatori: come detto c'era Branchitta, poi Presta (un bellissimo trequartista), Mazzetto, Secci (amo l'imprevedibilità degli imprevedibili), i difensori Penati, Lucia e l'ala Grillo, tutti ancora oggi presenti nella mia squadra, alcuni un po' troppo vecchi, ma non me ne separerò mai!

Sull'allenamento fui intransigente, nessuno ha mai perso un allenamento, se non per infortunio, mai allenato generale (per chi sa cos'era).

La conoscenza della tattica non mi mancava, ottenni la salvezza giocando con un diciassettenne a centrocampo, gli affiancai presto Presta. Il centrocampo cresceva stagione dopo stagione, feci in sequenza un 6° posto, poi un 5° e due "bronzi", presto potei puntare alla promozione, anzi, la ottenni con una stagione in ritardo sui programmi, proprio quando gli stipendi cominciavano ad essere pesanti per la VI. L'avversario di allora, Kir, con la sua Sagacia, era partito con un progetto simile al mio, ma lo aveva fatto prima di me ed era decisamente più forte, arrivai secondo dopo di lui.

La stagione seguente non fallii, arrivai in V e, come spesso succede, quando hai faticato a conseguire un risultato, migliorandoti ancora invece di mollare, i nuovi ostacoli che ti si pongono davanti rischiano di essere più agevoli di quelli che hai superato. Con la giusta attenzione, dunque, non fallii la promozione in IV. Poi, ancora alla prima, in III. La squadra era stata progettata bene, rendeva bene, aveva un gran tiratore, tutti erano specialisti, gli incassi dai risultati ci permettevano di reinvestire, molto saltuariamente, per arrotondare; se fuori dalla coppa, ci permettevamo anche qualche giovane skillino, perché se c'è un po' di tempo e voglia, è giusto confrontarsi con tutti gli aspetti del gioco, senza doverne fare un crimine.

Per arrivare in II, traguardo che mai avrei pensato di inseguire, mi ci vollero 2 stagioni, e qua devo riconoscerlo: i miei risultati non erano stati fino ad allora straordinariamente fortunati, avevo raccolto quel che era giusto, alcune volte meno, altre di più, ma quella stagione meritavo al massimo un terzo posto. Poi tutto andò al meglio, "rubai" diversi punti e mi ritrovai promosso in II dopo uno spareggio piuttosto agevole per i miei mezzi.

Raccontata questa promozione, nientedimeno che in Serie B, è cosa dovuta tornare a parlare di sostenibilità. In cosa penso di essere riuscito a fare la differenza in questo lasso di tempo, rispetto a squadre che erano decisamente più attrezzate economicamente della mia o che avevano un progetto simile? Io da parte mia non ho mai pensato di inseguire risultati medi, di accontentarmi dei piazzamenti, ho sempre cercato il divertimento e il divertimento ovviamente era anche vincere. Molti trader arrivavano a comprare la squadra tutta insieme, ma erano annoiati e in alcuni casi un po' "stressati" dal dover ottenere tutto in quella stagione "di follie", molti non conoscevano aspetti fondamentali del gioco oppure si sentivano di continuare con il trading penalizzando il loro TS, altri erano semplicemente troppo convinti di essere vincenti in quanto fortissimi e si lasciavano coccolare dall'ammirazione di chi li osannava per i grandi livelli che avevano raggiunto, senza preoccuparsi troppo di come avrebbe giocato l'avversario. Io ho sempre pensato a come vincere la partita, in ottica campionato sia chiaro, con l'organico che aveva delle armi importanti anche se povero. Tutto questo e, naturalmente, la fortuna!

Detto questo, se vogliamo parlare di come sono arrivato in serie A e di come ho vinto la coppa, bisogna piazzarci dentro che mi vennero anche molto incontro le modifiche al gioco degli HT. L'abbassamento degli stipendi mi permise di giocare alla mia maniera anche osando qualcosa in più, visto che il livello della sostenibilità si alzava. Infine, mentre la modifica al trequartista e all'allenamento veloce mi danneggiò (Presta lo avevo pensato in un altro modo e tutti gli allenandi erano già lontani dai livelli bassi che ora potevano crescere velocemente), la fedeltà mi diede un boost importante. Io da subito avevo un sacco di giocatori con fedeltà divina: in quelle prime 2 stagioni avevo qualcosa in più.

Permettetemi una riflessione dopo quello che ho appena scritto, sono sempre attento a ciò che pensano gli altri, a come reagiscono le persone, e credo che sicuramente, leggendo quanto sopra, molti avranno pensato alla grandissima fortuna di chi aveva scelto un progetto alternativo e si è trovato all'improvviso premiato in quella sua scelta, oltre le sue stesse previsioni.

In linea di massima mi va anche bene come ragionamento, certo la fortuna non mi è mancata, ma, anche per contribuire con quel poco che posso al progresso intellettuale delle masse (prendete la frase a ridere ovviamente), vorrei anche aggiungere che, quando avevo rifondato, mi ero fatto una serie di ragionamenti sulle basi del gioco, cercando e, credo, trovando l'unica strada alternativa al trading per poter costruire qualche successo sulla distanza. Quindi non penso che sia un caso il fatto che, tra le tante cose che potevano fare, quando hanno modificato gli equilibri del gioco, siano andati a "pescare" le stesse conclusioni che già avevo scelto io per il mio team.

Bene, questo è quanto, i risultati li han visti in molti, le 2 vittorie in serie B, la vittoria della coppa (preparata con passione e divertimento insieme a Corto e Kevin), 3 stagioni in serie A, con addirittura un secondo posto: vicecampione d'Italia!

Oggi gioco un altro Hattrick, diciamo che raccolgo i risultati di questa lunga programmazione e mi diverto quasi esclusivamente con la tattica. Infatti, scavallata l'età dei 29 anni dei miei allenandi, continuando a comprare giocatori che non mi facciano perdere la sostenibilità della squadra, il monte stipendi, dopo aver raggiunto un tetto quasi limite di circa 600k, si è cominciato ad adagiare su cifre assolutamente base senza farmi perdere di competitività.

Nelle ultime stagioni ho alzato i calci piazzati per tutta la squadra, aumentando così i punti di forza del mio organico e saltuariamente ritorno anche a regia a passaggi per limitare i cali dei vecchissimi.

Da quando gioco in serie A non ho mai superato il tetto stipendi di 350k e questo mi permette, in una settimana tipo, senza trading, senza coppa, senza giocatori validi promossi dalle giovanili, di avere un bisettimanale in attivo di 600k. Ovviamente l'attivo è ben maggiore se faccio il pieno allo stadio e se gioco la coppa, quindi ho allargato l'organico, senza forzare gli stipendi e adesso ho molte soluzioni tattiche che possono mettere un po' in difficoltà i big team quando mi devono affrontare, posso piazzare due attacchi ET/mitici su 2 lati, sia al centro che sui soli lati, far difese ridicole o utopiche.

Questo, più o meno, è tutto. Son stato lunghissimo e ho dovuto trovare la voglia di scrivere nell'arco di circa 3 stagioni, con immensa pazienza degli Editor.

Cose da dire ne avrei ancora diverse, il divertimento nell'indovinare, in tante singole partite, tutte le mosse dell'avversario e, magari, indurlo a giocare in un certo modo, preparandomi per contrastarlo su misura. Ma in genere i momenti più divertenti non son stati solo quelli in cui poi ho vinto qualcosa (partita, campionato, trofeo) o sono stato promosso, ma sono stati anche condividere scherzi, passioni e risate con gli amici incontrati per strada e poi conosciuti a birre, pizze e cene varie. Se non è più che sostenibile il divertimento con una birra in mano, allora, cosa lo è?!?


Nota degli Editor: discutiamone qui: (16480982.1)

2014-01-10 10:36:52, 4799 views

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