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[SpotligHT] Rubrica, la mia storiA: il nostalgico ballo coi gufi di macao

16 anni sono un bel pezzo di vita, senza dubbio. 16 anni parlano di un rapporto che se non è ancora del tutto maturo, è di sicuro consenziente.
A qualcuno non sarà forse sfuggito un post nel Forum Italia intitolato "16 anni di Hattrick" (17228733.1). 16 anni di Hattrick significa aver vissuto alcune delle tappe della propria esistenza e in qualche modo essersele viste passare davanti di pari in passo con l'evoluzione di questo giochino online in grado di farci esultare, imprecare ma soprattutto capace di aggregare. Aggregare vite ad altre vite, far conoscere persone che altrimenti sarebbero esistite senza di noi.
E' il momento di svelare il nome di chi si cela dietro questi intensi 16 anni di Hattrick.

Ci sono anni che segnano un'epoca. Magari senza annoverare rivoluzioni culturali o avvenimenti di eco globale, ma tali da rimanere impressi nella memoria personale.
Nel 2002 assistevamo sgomenti a eventi di cronaca come la strage di Cogne e il delitto Marco Biagi. Era il periodo in cui la FIAT studiava un piano per uscire dalla crisi. Il papa era ancora Giovanni Paolo II. A livello sportivo Michael Schumacher entrava nel mito vincendo il suo quinto mondiale di F1 ed eguagliando Fangio, mentre la Nazionale di calcio con un attacco atomico che annoverava Inzaghi, Vieri, Totti e Del Piero usciva mestamente dal mondiale di Corea e Giappone. Il mondo stava ancora raccogliendo i cocci dell'attentato alle Torri Gemelle di pochi mesi prima, il termine “terrorismo” era entrato nelle nostre case e aveva cambiato prospettive e incupito lo sguardo al futuro.
Sembra davvero passata un’eternità. Eppure Hattrick, un neonato Hattrick, già c’era.
Ho aperto allora gli archivi e gli almanacchi verdi per rispolverare i vecchi gladiatori dell’AOW e della gestione del TS (già c'erano?), e mi sono imbattuto in macao. Macao incarna lo spirito dei pionieri di Hattrick, un guerriero che ha conosciuto la gloria delle grandi arene e che ora, con qualche annetto in più sulle spalle, trovi ancora lì, caparbio, a battagliare per un posto al sole nell'élite dei manager italiani.

Andiamo a conoscerlo un po' più da vicino.

Chi è macao? Come e dove nascono il tuo nickname e la tua passione per Hattrick?

Macao sun mi: all'anagrafe Luca Landoni, giornalista-blogger, mi occupo un po' di tutto sui miei siti: musica, sport (soprattutto atletica leggera) e tv in particolare.
Nel lontano 2002 ho scoperto Hattrick su un forum di calcio tedesco e mi sono iscritto quando il sito era solo in inglese e in Italia gli utenti attivi erano ancora pochini (sì, Marrundo purtroppo già c'era). Dopo 16 anni sono ancora qua :D


La tua squadra, Balla coi Gufi, è una delle più longeve e ha un passato glorioso in Serie A. Intanto una curiosità: la scelta del nome "Balla coi Gufi". Perché?

Sì, sette stagioni di fila in serie A con due secondi posti, ma sono tempi molto lontani ormai... Una volta deciso di ricostruire non sono più riuscito a tornare oltre la terza. La concorrenza ora è agguerritissima e per arrivare in alto ci vuole anche molto più tempo da dedicare rispetto a prima. Ho cominciato il gioco da single nel 2002 e ora 16 anni dopo mi ritrovo padre di famiglia con due bimbi, la situazione è leggermente diversa. Ahahah!
Il nome Balla coi Gufi, che avevo già dato alla mia squadra di fantacalcio, è una crasi tra uno dei miei film preferiti, Balla coi Lupi, e un animale che ho sempre amato come il gufo.


In tanti si chiedono come si arriva in alto, cosa serve per salire e competere in serie A. Qual è stato ai tempi d'oro il segreto della tua escalation nell'olimpo dei migliori d'Italia?

Ai tempi avevo fatto un progetto preciso partendo dalla quarta, basato su difesa e pressing. Una cosa innovativa per allora, quando si puntava tutto su centrocampo e attacco. Al primo anno in A sono arrivato subito secondo sovrastando gli avversari in difesa e subendo solo 13 gol in tutta la stagione, meno di uno a partita.
L'unico che mi ha battuto è stato quell'infamone di Marrundo, ma mi sono messo dietro nomi storici del gioco come Stefano, Mirddin, Bilbo, Slisko, Darxtar... Tra l’altro dando un'occhiata ora alla storia della serie A noto che nella classifica storica di serie sono ancora ottavo, pensa te...


Sei un manager che punta a crescere attraverso il trading, l'allenamento o una via di mezzo? Su cosa ti basi per essere competitivo?

Io punto su tutto, ma purtroppo mi manca il tempo per fare bene il trading e quindi per forza di cose cerco di compensare con l'allenamento.

Nonostante sia passato qualche lustro da quando ne facevi parte, segui ancora la serie A? C'è qualche manager che apprezzi e che segui con interesse?

La serie A ho smesso di seguirla da anni. Nutro però grande ammirazione per i manager che da anni si confermano a quel livello come Vermotti (fortunatamente la tornata elettorale è finita, ndr) o com'è stata Orda Balorda. Ci vuole veramente talento e un sistema a prova di bomba, oltre che tanta dedizione.

Quali sono i tuoi progetti futuri, hai l’obiettivo di ritornare ai vecchi fasti del passato? Le modifiche al motore di gioco le hai metabolizzate e sei al passo, o magari rimpiangi il vecchio Hattrick degli albori?

Progetti futuri... Di sicuro ho sempre cercato di tenermi al passo col motore, poi se ci sia riuscito è un altro paio di maniche. Non penso sia possibile tornare in A sia per mancanza cronica di tempo, sia probabilmente anche per incapacità mia o bravura degli altri. La B forse è ancora possibile. Al momento però sto cercando di tornare almeno in C, sfiorata due stagioni fa per differenza reti e pure col nuovo secondo posto di quest'anno. Staremo a vedere, tanto nulla dipende mai solo da noi... :D
Non rimpiango assolutamente il vecchio motore di gioco: è molto meglio ora. Rimpiango la vecchia conference, questo sì. Ci si divertiva e si socializzava molto di più. Ma magari ero pure più giovane io e sono diventato un vecchietto del Muppet Show....


La chiaccherata virtuale sfuma nell’amarcord di vecchi aneddoti, l’atmosfera è quella della narrazione delle avventure e dei magici racconti di un tempo, magari davanti a un brandy e al calore di un fuoco domestico, distensivo e rasserenante.
Macao, oltre ai gloriosi trascorsi in serie A (senza però la ciliegina dello scudetto) è stato ct dell’Italia e della Scozia a livello di U20.
Tornano in vita gli epici derby con l’arcirivale Marrundo, un memorabile 6-0 alla Francia, le vittorie su Taj Mahal. Si parla di etica di gioco, di quanto perseguire una correttezza quasi anacronistica spesso l’abbia messo spalle al muro, l’abbia esposto a ritorsioni e vendette.
In qualche modo mi viene da pensare che sia stato quasi profetico nel nome scelto per il suo team: il suo modo di vivere Hattrick, la sua intransigenza quando si parla di lealtà sportiva, la sua fermezza nel sostenere le proprie convinzioni gli hanno attirato contro gufi pronti a contestarlo. Lui però è rimasto in ballo, in ballo fino alla fine.

Del resto questo è l’Hattrick della vecchia guardia, quello senza riti e scaramanzie, quello nato come un gioco che ancora non conosceva le fortune (e forse il declino?) a cui sarebbe andato incontro.

L’Hattrick del saggio macao e del suo ballo coi gufi.


Enrico Ballarin

2019-01-07 10:35:21, 522 views

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