We use cookies - they help us provide you with a better online experience.
By using our website you accept that we may store and access cookies on your device.

[SpotligHT] Vademecum per il successo Nazionale

Spesso chi affronta il torneo di qualificazione con una squadra nazionale, si trova a dover fronteggiare una serie di eventi dei quali non ha mai avuto contezza. Non ci sono guide nei forum che siano adatte ad illustrare passo passo le varie incognite che si presentano nel lungo periodo rappresentato dal torneo di qualificazione. Perciò abbiamo pensato di fornirvi un Decalogo pronto all'uso, illustrandolo sulla cavalcata azzurra verso il Mondiale che si terrà in Guatemala.

Qualificazioni dei Mondiali: non importa che sia del più piccolo paese o della comunità più attiva, della più titolata o semplicemente di un Under 20 (noi italiani ne sappiamo qualcosa). Torneo di qualificazione significa un lungo percorso, faticoso, a tratti accidentato. Forse è la fase dove gli entusiasmi, i timori e le aspettative hanno eguale intensità. All’esordio, dopo estenuanti prove di convocazione, la preoccupazione principale è lo specchio del primo comandamento: Partire col piede giusto. Memore del torneo precedente, forse in questa tornata un buon viatico è stato quello di vincere all’esordio, che normalmente contrappone alle squadre più attrezzate una “minore”. Mai però come nella partita del debutto le distanze si assottigliano perché si parte tutti in condizioni di parità e il PIC (Partitella) di default imposto a chi vuole percorrere di slancio i tre mesi che si affacciano all’orizzonte espone agli agguati di avversari corsari.
In effetti l’Iraq, la prima avversaria estratta dal bussolotto del torneo di qualificazione italiano, aveva le stimmate della squadra corsara. Esperti in attacchi proditorii dopo anni di esercitazioni belliche, per poco l’Italia all’esordio non ci rimetteva le penne. Solo i cambi in svantaggio hanno permesso però alla Nazionale italiana di portare a casa la vittoria. Pare però che durante la preparazione della partita il CT si sia avvalso della consulenza esterna di un importante stratega di nome Nicolino di professione “Allarmista”, conosciuto come Colin il visionario, il quale aveva avvisato il CT del possesso da parte della nazionale irachena di armi segrete, giocatori non presenti nel database ufficiale di cui solo lui aveva le prove della loro esistenza. E in effetti questi giocatori non li ha visti nessuno, ma le contromosse in corso d’opera hanno comunque sortito il risultato agognato. Primo comandamento osservato, ma la via per il Paradiso è ancora lunga.
Una volta ottenuta la prima vittoria, messo a posto un po’ di TS (Team Spirit), magari con la fiducia che comincia ad avvicinarsi al livello “Casanova” si è normalmente vittima de “La sindrome del Cialis” che colpisce i CT delle nazionali maggiori. La sindrome del Cialis è appunto quella sindrome che, secondo il manuale medico di diagnostica clinica hattrickiana, comporta l’ossessione di far alzare ad ogni occasione e a tutti i costi innanzitutto lo “Spirito di squadra” e poi la fiducia. È quello che ovviamente avrà pensato il nostro CT, affrontando giustamente la prima partita casalinga contro Israele e spinto dall’ovvio desiderio di alzare tutto l’alzabile, osservò senza titubanze il secondo dei comandamenti: Tenere la barra dritta. Ovviamente la barra dritta va incontro alle difficoltà della tempesta la quale rischia di spezzare la barra e far andare alla deriva una barca ancora inadatta a solcare i mari più procellosi. In poche parole quello che stava per succedere contro Israele che, motivata dalle sue storie di epiche battaglie che l’hanno vista vincente anche nelle situazioni in cui partiva nettamente sfavorita, dalla frombola di David che colpisce il gigante Golia alla traversata del Mar Rosso, prova a travolgere la cavalleria italiana. Tuttavia il miracolo non riesce e il mare non si richiude dopo i due sassi scagliati nella porta azzurra dal novello CT israeliano, il quale già si era messo in posa per farsi scolpire una statua, memoriale di questa eccezionale impresa. Solo in seguito avremmo scoperto che i riposizionamenti italiani che portarono alla vittoria schiacciante, non furono opera della sapienza del CT, ma frutto di un approfondito studio consegnato da Frate Indovino nelle mani dello staff italiano giusto in tempo per settarli nella formazione. Non ci credete? Ebbene, perché dunque vi furono riposizionamenti al 61’? Nel carteggio segreto tra Frate Indovino e walterformica, “pizzinni” recuperati nel pozzo di Santa Maria dei Pazzi, località nei pressi di Santa Follia del Pezzo di Pizzo, abbiamo decifrato le indicazioni che consigliavano al CT di fare riposizionamenti in quel dato minuto perché secondo la Ghimatriah (l’arte divinatoria ebraica attraverso i numeri) esso corrisponde alla Fortezza. Niente di più forte che quattro gol in rimonta e sottoscrizione di abbonamenti da parte di walterformica al famoso calendario, per tutta la famiglia fino alle prozie.
Il torneo comincia a dar forma alla classifica, si può pensare con la mente più fredda, ci si può permettere qualche aggiustamento. Così la strada verso la qualificazione si arricchisce di un altro comandamento: Ricordati di santificare il TS. È quello che è accaduto alla terza giornata contro il Marocco. In preda a mille dubbi il CT italiano si fece convincere di spendere il TS per glorificare i valori in campo e mostrare tutta la sua potenza. Purtroppo per il CT, egli non si degnò di leggere attentamente la rivista del VernacolHatttrick che in quella settimana metteva in guardia dal “Tarocco del Marocco”, una produzione tipicamente locale che confonde gli incauti turisti. Possiamo solo dire che per preparare la partita il CT guardò “Tre uomini e una gamba” di Aldo, Giovanni e Giacomo e temette di doverci rimettere la pelle contro i marocchini. Purtroppo non sapeva che la vera partita tra Marocco ed Italia era quella con altro esito di “Marrakech Express” questo perché consultò il dizionario del cinema “Cretinetti” confondendolo col più autorevole Merenghetti. Poco male, vittoria ottenuta e fieno in cascina grazie anche al vittorioso turno successivo in un pomeriggio di Azerbaigiani.
In preda all’euforia di un poker servito sul tavolo del giuoco verde, il percorso degli azzurri assume i contorni della svagata allegria. Come un giocatore da casinò rischia di fare qualche casino e lanciare qualche fiche sul tavolo con estrema nonchalance, tanto si è già vinto abbastanza per provare la sensazione di perdere tutto in una mano sfortunata, così anche l’Italia subisce il sopimento successivo ad una grande abbuffata. In questi casi sarebbe stata sufficiente l’osservanza del quarto comandamento: Onora le squadre più scarse. Invece l’Italia interrompe la sua striscia con il mezzo passo falso in Venezuela, punito dall’antico nemico a due facce, il Random, che guarda alla partita italiana con il suo volto peggiore. Conosciamo anche in questo caso il motivo di questa “distrazione”: il CT italiano, avvezzo a fissare il muro di casa, si era dimenticato di togliere dalla parete il calendario di Aida Yespica, convogliando dunque le sue energie visive sulla cavalla di Troia (o di razza se preferite) venezuelana. L’annebbiamento visivo (conseguenza ovvia) prosegue per le due partite successive, facendo raccogliere all’Italia la bellezza di due punti in tre partite dopo i pareggi con i furenti gallesi e la sconfitta contro la corazzata finnica. Il comandamento da osservare in queste situazioni è il seguente: quinto comandamento, Non ti far uccidere. In effetti l’Italia si fa ferire, ma non a morte e la situazione benché in bilico con i gallesi (che ci tengono nel mirino dei tre punti), lascia intravedere qualche speranza di una pronta ripresa.
Intanto siamo a metà torneo, e metà sono i comandamenti finora svelati. Il sesto però recita: Non giocare partite impure. Così nella partita di ritorno contro l’Iraq era da evitare qualsiasi modulo dedito all’autolesionismo cerebralmente masturbatorio: la partita si risolve in un dominio di azioni azzurre che possono solo portare i tre punti. E siamo di nuovo di fronte agli invasati dei confronti impossibili, in terra israeliana dove ancor di più rischiamo di cadere sotto gli assalti di Israele che tenta il colpaccio per conservare le speranze di qualificazione. Settimo comandamento: Se non puoi rubare, almeno prendi per te il giusto. Una partita con una alto coefficiente di spettacolarità regala un pareggio, è il caso di dirlo per omaggiare un glorioso Re di quella terra, salomonico. Tuttavia il Galles coglie al balzo l’occasione diventando più minaccioso di Morgan al serale di “Amici”: -1 punto. La vittoria diventa l’unico risultato possibile. Ottavo comandamento: Non commettere passi falsi. L’osservanza dei comandamenti ha una atteggiamento religiosissimo da parte del CT e infatti contro i marocchini l’Italia mette in ghiaccio la partita dopo 15 minuti di giuoco nonostante il tentativo di marocchinata nel finale. A proposito pare che il CT non abbia dormito sonni tranquilli dato che la sera prima dell’incontro, è stato coinvolto in un cineforum dell’oratorio nella visione del film “La Ciociara”, dove i mercenari marocchini compivano le loro scelleratezze. Passata la notte tra visioni di giocatori marocchini che lo assalivano, stracciandogli il TS, il CT si chiudeva in un mutismo selettivo e solo con l’assunzione di uno psicologo è riuscito a seguire la vittoriosa partita. Intanto il Galles cade in Israele e tiriamo un sospiro di sollievo: nono comandamento, Non desiderare la caduta degli altri. E ovviamente l’Italia e il Galles passano indenni il turno, l’Italia schiantando il povero Azerbaigian, una nazionale che fa la sua figura nel torneo come Elton John ad una festa di Playboy. Siamo ad un passo dalla qualificazione e l’occasione si presenta con un incrocio particolarmente favorevole: l’Italia va in Venezuela a ballare su un cadavere, il Galles se la deve vedere con gli scatenati Finlandesi: occorre vincere per non dare speranze agli avversari pronti a giocarsi tutto nello scontro diretto. Decimo comandamento: Non allungare la vita al tuo prossimo avversario. L’Italia vince, il Galles perde ed è qualificazione con due gare di anticipo. Il resto è storia recente, forse nemmeno meritevole di approfondimento (anche perché abbiamo esaurito i comandamenti), con la vittoria sui gallesi ormai fuori dai giochi, rassegnati come un vegetariano in una sagra di norcini, e con la partita contro i finnici che, essendo degni connazionali di Babbo Natale, si risolve in uno scambio di doni e TS.
Per concludere abbiamo voluto dare uno spunto a tutti coloro che un giorno si cimenteranno nella guida di una nazionale, qualsiasi essa sia. Forse vi farà passare il turno, forse si rivelerà del tutto inadatta ma l’importante è che seguiate il più utile dei comandamenti: Non prendersi mai sul serio.

Steno Kriek (-Alias-)

2017-05-06 13:26:55, 441 views

Link directly to this article (HT-ML, for the forum): [ArticleID=20087]

 
Server 070