We use cookies - they help us provide you with a better online experience.
By using our website you accept that we may store and access cookies on your device.

[SpotligHT] Up Patriots to arms! Engagez-vous!

Tra le novità del ventennale di Hattrick, spunta un'iniziativa capace di risvegliare sentimenti che sembravano essere stati sopiti e domati da una folta schiera di utenti che avevano abbandonato il giuoco. Il VernacolHattrick è pronto ad aggiornarvi su questo "Richiamo alle armi" in uno stile decisamente più modesto, ma non meno tragico, del suo anteposto e contrapposto caposaldo letterario di Hemingway, che raccontava un addio ad armi e situazioni ben più pericolose. Come al solito certi racconti nascondono dietro un muro di finzione letteraria più o meno palese, un briciolo di verità. Perciò non credete nemmeno un attimo a quello che leggerete, ma state pure certi che può essere accaduto

Da quando nell’agosto scorso in Hattrick sono comparsi i primi fuochi artificiali per i grandi festeggiamenti del ventennale del manageriale di più vasto successo globale, con le novità di celebrazioni grafiche o con iniziative volte a gratificare la permanenza dei vari manager, un’altra iniziativa è balzata agli onori della cronaca. Un'iniziativa che ha offuscato ogni altra attività celebrativa quali lo sconto del 20%, uno per ogni anno compiuto dal giuoco, sul prezzo del supporter (una generosità degna di Ebenezer Scrooge dopo la visita dei tre spiriti del Natale) o la produzione di coccarde ad hoc, direttamente da appuntare sull’avatar personale in base agli anni di iscrizione.

Non bastando il numeroso (anche se meno numeroso e rumoroso rispetto al passato) esercito di manager, lo Stato Maggiore del quartier generale hattrickiano ha deciso di imbastire una grande chiamata alle armi, andando a smuovere come la miglior versione dello zio Sam il vasto bacino della riserva: i veterani! Per veterani non intendiamo solo chi è nel giuoco da più tempo o che non ha mai mollato (quelli più che altro sono ufficiali di carriera), ma intendiamo proprio chi ha qualche battaglia alle spalle e che per un motivo o per un altro ha lasciato la divisa.

Per qualche tempo, accanto al numero dei nuovi ingressi, un numero significativo tra parentesi indicava un fiume di verdi patrioti indossare le loro uniformi e raggiungere le proprie caserme di destinazione. Nonostante molti tra loro avessero già raggiunto una notevole esperienza, il naturale ambientamento li ha costretti a ricominciare dai campi di formazione delle serie più basse: questo pare non averli scoraggiati. Sembrano lontani i tempi in cui qualche sventurato, dopo aver lasciato il giuoco, si ritrovava a girovagare come un vagabondo alla John J. Rambo, in quella che conosceva come “Conference” poi diventato “Forum”; nemmeno il tempo di beccarsi qualche insulto velato del tipo “hai letto le regole?” a cui di solito replicava arroccandosi in difesa con un “eh ma io ho lasciato che ero in III e sono arrivato in semifinale di coppa Italia…”, che già qualcuno gli elencava la mole di cambiamenti intervenuti nel frattempo, disarmando il veterano di mille battaglie e costringendolo ad una ritirata nei boschi. Ebbene per qualche settimana si è verificato qualcosa di simile e a noi del VernacolHattrick piacciono le storie di confine, quelle tra l’umano e il dis-umano, quelle tra finzione reale e reale finzione, le storie che evocano profumi e gusti mai dimenticati, pronti a riattivare una qualche area del cervello dove erano state archiviate. Perciò abbiamo vagato andando a spasso nel mondo verde a cercare di incrociare qualche veterano nei propri campi di addestramento, a prendere confidenza con la nuova tecnologia di armi a disposizione, per affrontare l’illusoria (per molti) vittoria finale. Così come quando si erano arruolati la prima volta, pieni di speranze e di grandi sogni, con l’amarezza del fallimento, dell’abbandono prima di una vittoria che non sarebbe mai arrivata, con il ritiro dopo una battaglia vinta o con il naturale distacco che la vita aldilà dello schermo spesso impone: insomma, storie degne di essere raccontate da Dickens.

Se un tempo la vista di una cartolina gialla nella casella della posta produceva il più classico dei colpi apoplettici, ai tempi delle comunicazioni elettroniche, invece, il ritrovare un messaggio di posta colorato di verde può solo evocare piacevoli ricordi: in qualsiasi modo e per qualsiasi periodo di tempo un utente abbia indossato l’uniforme verde, di certo rievocare quel periodo non sarà la più spiacevole delle esperienze.
E così riecheggiano nella lettera di richiamo, nomi capaci di rievocare tutti quei giorni, quelle ore, quelle notti, sottratte a fidanzate, amici, a Morfeo (non l’ex giocatore, ma la divinità del sonno), ai libri universitari, al giro all’Ikea del sabato, a tutto ciò che rappresentava il mondo tangibile, così fastidiosamente invadente proprio negli orari delle partite, di aste, di allenamenti interminabili e di lunghe conversazioni nelle Conference. Un interruttore chiamato “attimo” e si riapre uno squarcio dove essere precipitati dal sogno alla realtà o viceversa, senza cioè comprendere quando e dove la storia era cominciata, quando era finita, perché era finita e come mai era cominciata. Un flusso di immagini si ripercuote come una tempesta nelle sfere emotive del cervello e solletica l’irrazionale, che si tramuta nel pigiare quel tasto che il centro di amministrazione delle pratiche per veterani ha inserito nella sua missiva: torna a trovarci, soldato!

Per quella riserva di manager, poco avvezzi ai cambiamenti, con recapiti immutati anche dopo diversi anni, farsi ritrovare è cosa semplice, e chissà quanti invece sono rimasti ignari di essere cercati e avrebbero voluto farsi trovare, ma per loro il vento del cambiamento li ha portati altrove, troppo lontani per essere raggiunti, ma questa è un’altra storia e merita di essere raccontata in un altro tempo.

Intanto i veterani sono pronti a tornare, alcuni all’insaputa dei loro affetti, altri invece sono costretti a comunicare il loro rientro in forze, mostrando così il rovescio della medaglia del sollievo che avevano dato ai loro cari quando avevano deciso di darci un taglio con quell’impegno così pervasivo. Però, tenaci e decisi, cercano e ritrovano vecchi appunti, fogli di calcolo, antichi segnalibri, e si dirigono con fare sicuro all’ufficio matricole. Qui il transito è davvero veloce: “Caspita, tanti anni fa mi fecero fare una trafila inimmaginabile… potere della tecnologia!”. Giusto il tempo di riprendere il nome di battaglia e le chiavi di accesso, che per i corridoi e i vari cortili, si scorgono nomi che nessuno avrebbe mai potuto immaginare potessero esistere: da chi rievoca film un tempo in auge con squadre dal nome arrembante come “Pirates of the Caribbean”, ad utenti nostalgici o forse semplicemente alla moda dieci anni prima che come nome hanno scelto “messenger”, ai vari utenti che si sono addormentati quando ancora il mondo era dominato da dicotomie inconciliabili e che vedevano spuntare una “Rubentus” sbeffeggiare degli “InterTristi”; qualcuno ancora affigge al muro il poster del suo eroe calcistico, tramontato e tramortito dagli anni trascorsi, da Cassano a Suazo, e di eroi intramontabili da Valderrama a Totti o di un LeoSchumi che ricorda anni ruggenti; per non parlare di altri mondi, di altre storie che saranno difficili da spiegare un giorno, da “RubyRubacuori” a “Pengu”, un passatempo capace di risucchiare ogni cosa (mi riferisco a Pengu).
Per la festa del ritorno, oltre al vitello grasso di tanti pacchetti supporter di benvenuto, è pronta anche la scalata, una novità di cui molti probabilmente non conoscevano nemmeno l’esistenza: e già, molti avevano lasciato tutto dopo Hattrick Open (ve lo ricordate Hattrick Open? Se non lo ricordate provate a leggere qui all’ultima pagina (http://www.youblisher.com/p/1732822-Il-VernacolHattrick-Numero-5/)), il primo vero tentativo degli HT di racimolare qualche spicciolo con i tornei. Ormai disposti a imbracciare qualsiasi arma di nuova generazione per riprendere a primeggiare, i nostri sono già pronti a saggiare la propria esperienza, nell’agone del mercato. Nonostante tutto sia cambiato, si fidano a priori come un qualsiasi newbie delle capacità di un tempo e riescono a fare quello che i capoccioni degli sviluppatori, tentano di fare da qualche anno: rivitalizzare il mercato dei monoskill accettabili. Per loro fortuna di diciottenni accettabili non ce n’è nemmeno l’ombra in giro, abortiti prima di nascere dalle spietate leggi di mercato. Dopo aver esultato per aver collezionato una sfilza di allenandi che ai loro tempi avrebbe rappresentato un arsenale nucleare, decidono di fare un giro al circolo dei Forum e scoprono, con i pochi spiccioli dei loro primi giorni di paga rimasti nelle tasche, che forse hanno sbagliato qualcosa. Per correre ai ripari provano a rifugiarsi nello staff, troppo consolatorio il fatto di poter assumere 10 psicologi per tirarsi su di morale. Invece anche qui la triste sorpresa: ehi tu, d’ora in avanti non puoi assumere 10 o 1000 psicologi a tuo piacimento, scegline uno e pagagli il suo onorario. Tramortiti da questo mondo così cambiato, come un novantenne con un Ipad in mano, cercano di fare la formazione: un bel 442 in routine, per cominciare, poi il sicuro 3-5-2, magari allenando regia. Peccato che il 442 non sia più il modulo in routine perenne, il 3-5-2 se non è stato soppiantato è forse penalizzato dal più calciobalillistico 2-5-3 o messo in crisi dal catenacciaro 5-5-0 con 11 Mark Lenders in campo a tirare stilettate dalla distanza con la tattica dei “Tiri da fuori”, poi la pagina della formazione non si riesce bene a capire nonostante gli sforzi di grafica che la fanno rassomigliare ad un’applicazione per sedare bambini al ristorante in attesa delle patatine fritte. E tra una novità e l’altra da tenere d’occhio non si capisce perché qualcuno ignori le sostituzioni: “Come le sostituzioni? Ma, perdio, mi si devono già infortunare i miei monoskill?”. E no. C’è qualcuno che davvero avrà lasciato il gioco quando ormai si erano perse le speranze sull’introduzione delle sostituzioni condizionate. Suvvia, passiamo all’allenamento, c’è bisogno di tirare su la squadra con almeno una settimana di Resistenza ed uno di Generale: un’altra sorpresa, niente allenatori a dismisura, niente allenatori portieri, allenamenti velocizzati ed impostati con le percentuali… un'altra pagina, un altro dramma.
Sconfortati da ogni genere di novità, almeno i veterani si consolano nel cercare giocatori col loro nome reale, una pratica molto in auge un tempo; sfortunatamente anche qui si consuma una piccola tragedia: l’introduzione dei crediti avrebbe consentito loro di rinominare tranquillamente un giocatore in rosa, facendogli risparmiare quegli ultimi quattrini spesi per acquistare uno scarpone il cui unico fascino è l’essere stato investito dal database del nome e cognome giusto. Non c’è più tempo da perdere, le cose cominciano a sfuggire di mano ai più improvvidi dei veterani a cui era stato consegnato il più mortificante dei compiti prima di sparare le loro cartucce: leggere il manuale delle regole di ingaggio. Prima però c’è da sistemare un briciolo di formazione per la Coppa Italia. Ma come? La Coppa Italia? In VIII serie??? Eh sì, troppo tardi. L’eliminazione è bruciante ma non c’è da preoccuparsi, ci sono le varie coppe di consolazione! Il mantra di fine stagione, l’argomento più in voga per lo sbeffeggiamento di qualche newbie nella pausa stagionale, quando fioccavano proposte di inserire coppe anche per le serie minori è realtà! Non resta che rifarsi due soldi per onorare la coppa delle serie minori, magari con un po’ di day trading e, perché no, un po’ di “Bastard Trading”. Un momento… il giocatore appena acquistato non si può rimettere in vendita immantinente, occorre farlo giocare almeno una volta. Poco male, c’è l’infortunato acquistato andando ai limiti della bancarotta che sicuramente rimpolperà le casse… oddio deve giocare anche lui e poi oramai i giocatori-mummia compaiono con le loro bende nella pagina trasferimenti: un’altra certezza sgretolata.

Il gioco appena cominciato assume sfumature kafkiane, l’esperto veterano avvinto in una metamorfosi che lo tramuta nel peggior newbie, nemmeno il tempo di gioire per l’allenatore accettabile di default che già una serie di inciampi mette a rischio la nuova vita di veterani che si riscoprono reclute. Per fortuna almeno, un po’ di esperienza li ha salvati dal “mercato degli utopici”…

Nonostante la tragicità degli eventi raccontati, siamo contenti di riavervi qui tra noi, e speriamo che questa nuova, vecchia avventura possa tenervi qui, tra queste mura, del vostro impegno, della vostra passione.

Up Patriots to arms! Engagez-vous!

Steno Kriek

2017-10-17 00:58:04, 487 views

Link directly to this article (HT-ML, for the forum): [ArticleID=20345]

 
Server 071